Osservatorio Cloud & ICT as a Service 2013: il Report Reitek dal convegno di presentazione
L’Osservatorio Cloud & ICT as a Service è giunto alla sua terza edizione, una Ricerca e un Convegno annuale a cura della School Of Management del Politecnico di Milano. Questo Osservatorio analizza i processi di trasformazione dei modelli di offerta Cloud & ICT as a Service e supporta le aziende nella valutazione degli impatti organizzativi e architetturali.
Sintesi: la ricerca e i risultati
- 700 imprese censite, di cui 200 grandi aziende e 500 PMI.
- 30 aziende dell’offerta, fra cui fornitori di tecnologia e partner.
- 250 startup sotto osservazione.
- 150 casi di studio approfonditi.
Mariano Corso e Stefano Mainetti, Responsabili Scientifici dell’Osservatorio, non usano giri di parole per esprimere sorpresa e delusione circa i dati rilevati:
Il valore del mercato Cloud in Italia, considerando il lato della domanda, è passato dai 443 milioni di € del 2012 a una previsione di 493 milioni di € nel 2013. Un incremento dell’11%. E’ un segnale soddisfacente? Non proprio. Stiamo parlando di un mercato in crescita ma che vale appena il 3% dell’universo IT/ICT italiano: una componente minoritaria, a questi ritmi serviranno molti anni per raggiungere almeno quota 10%.
L’analisi dell’adesione al Cloud si divide in 46% Public Cloud e 54% Private Cloud, più significative e preoccupanti le percentuali rispetto alla dimensione dell’azienda: 95% grandi realtà, solo 5% PMI.
Il confronto internazionale è impietoso. Eccetto la Spagna, che mostra una situazione paragonabile all’Italia, tutte le altre principali nazioni non solo presentano mercati più ricchi ma -è il dato più pesante- stanno crescendo più velocemente. Non si pensi ai soliti noti come Stati Uniti o Cina: ad esempio Indonesia, Messico, Argentina e Polonia hanno tassi di crescita fino a tre volte quello italiano. Il gap competitivo si sta allargando!
Diffusione dei servizi Cloud
Le grandi aziende sono interessate in misura maggiore al Private Cloud, spesso ne prediligono l’adozione, mentre il 30% circa di queste imprese ignora soluzioni di Public Cloud. Le PMI, che nonostante la fortissima presenza nel tessuto socio-economico italiano valgono solo il 5% degli investimenti in Cloud, si disinteressano o ignorano del tutto cosa siano il Cloud Computing e le relative soluzioni tecnologico-professionali. Ma quali sono i servizi Cloud più diffusi e in crescita? Fra i primi:
- capacità di calcolo e storage;
- posta elettronica e UCC;
- gestione di siti web e communities;
- CRM e office automation.
Tre principali driver di adozione: miglioramento e supporto di servizi e processi di business esistenti (56% dei casi), obiettivi di pura innovazione (27%, i casi più confortanti per il futuro), adeguamento di infrastrutture obsolete (17%, con logiche di mera necessità). I servizi meno diffusi risultano invece legati ai settori Desktop as a service e Big data.
Good News
Sempre rifacendoci alle parole dei Responsabili della Ricerca del Politecnico di Milano, l’edizione 2012 dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service si era chiusa con la domanda: “Dato il ritardo dell’Italia, è l’ultima chiamata per la partenza del treno?” Quest’anno la domanda è: “Il treno è ormai perso?” Con una visione incoraggiante è stata condivisa la riflessione sulla rapidità dei tempi dell’ICT, per cui per fortuna “di treni ne continuano a passare”. Ma il cambiamento è possibile solo per chi coglie l’impellenza del doverlo affrontare, pena il rischio ogni giorno più grande di uscire dal mercato.
Negli ultimissimi anni si sono levate molte voci anche a sfavore del Cloud. Il Cloud è solo una moda, è niente di più che un’alternativa come altre, l’offerta è insufficiente. Oggi il lato dell’offerta è molto più fluido che in passato: perché molte aziende attendono ancora? Eppure i vantaggi censiti sono numerosi e tangibili:
- il 77% delle aziende che hanno adottato soluzioni Cloud hanno dichiarato benefici in termini di maggiore flessibilità organizzativa;
- il 73% ha riconosciuto maggiore velocità di reazione a modifiche della strategia di business;
- fra gli altri principali indicatori segnalati come vincenti nell’utilizzo di soluzioni Cloud è possibile citare: riduzione dei tempi di gestione, maggiore apertura e collaborazione possibile fra strutture aziendali e partner esterni, maggiore personalizzazione del supporto (nonostante il Cloud talvolta venga sminuito in standardizzazione);
- il Cloud rappresenta un forte potenziale di innovazione e catalizzatore di opportunità per le aziende. Nel 2011 il 44% delle aziende voleva “sperimentare”, nel 2012 il 47% dichiarava un “utilizzo stabile di almeno una applicazione Cloud”, nel 2013 il 43% prevede di “aumentare il budget sul Cloud”. Un percorso di crescita culturale e tecnologico esiste!
L’offerta incontra la domanda
Mai come per il Cloud dev’esserci incastro perfetto fra domanda e offerta. La Ricerca ha mostrato una situazione in miglioramento sul lato dell’offerta, cresce la maturità delle soluzioni e dei modelli proposti, sempre più condizione abilitante per favorevoli decisioni da parte delle aziende prospect e clienti. Le tendenze di mercato vedono un significativo sviluppo del modello PaaS – Platform as a Service: aumenta il ricorso alla delega all’esterno da parte della domanda. La spinta e la preferenza verso soluzioni aperte e interoperabili è in costante rafforzamento. Molte componenti infrastrutturali infine stanno diventando quasi delle commodities (es. alcuni importanti player internazionali hanno ribassato fino a trenta volte i prezzi negli ultimi anni).
All’interno della filiera del mercato Cloud, i ruoli e gli equilibri stanno diventando ogni giorno più sfumati e dinamici: è sempre più frequente riscontrare partnership e competition simultanee fra gli stessi attori. I pure player sono dirompenti, portano logiche consumer sul lato dell’offerta. Le telco spingono modelli che esaltano i Data Center e la rete. I big player internazionali continuano con la strategia di accordi e acquisizioni.